lunedì 11 febbraio 2008

IN CORSA VERSO L'APOCALISSE


TEHERAN (Iran) - «Il programma nucleare iraniano non cambierà di una sillaba». Mahmoud Ahmadinejad, durante le celebrazioni della rivoluzione khomeinista del 1979, ha confermato il muro contro muro con l'Occidente sullo scottante dossier atomico: «Devono sapere - ha detto il presidente iraniano riferendosi agli Stati Uniti e ai altri paesi europei che hanno intimato lo stop ai progetti nucleari di Teheran - che la nazione iraniana non rinuncerà ai propri diritti. Le grandi potenze non devono correggere i loro errori con un nuovo errore. La questione nucleare è finita».
PEZZI DI CARTA - Ahmandinejad se l'è presa anche con l'Onu: «Possono giocare con le carte e fare propaganda... Ma non otterranno nulla», ha detto, proprio mentre a New York si sta valutando la possibilità di approvare una terza risoluzione che imponga ulteriori sanzioni a Teheran. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha già intimato per due volte all'Iran di sospendere l'arricchimento dell'uranio. Ad ascoltare il presidente c'era una folla immensa, che si è prodigata in scroscianti applausi quando Ahmadinejad ha inneggiato «all'indisputabile diritto ad avere energia nucleare».
PIAZZA TRABOCCANTE DI FOLLA - Al grido di «Morte all'America» e «Morte a Israele», centinaia di migliaia di persone sono scese lunedì in piazza a Teheran e nelle principali cittá iraniane per ricordare il 29mo anniversario della rivoluzione khomeinista grazie alla quale fu destituito lo scià di Persia, appoggiato da Gran Bretagna e Stati Uniti, per dare vita all'attuale Repubblica islamica. Secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa iraniane, i manifestanti sono confluiti dalle prime ore del mattino in piazza Azadi, dove ha tenuto il suo intervento il presidente Mahmoud Ahmadinejad, e sono stati scanditi slogan contro il «grande» e il «piccolo Satana» (Stati Uniti e Israele).


ESTRATTO DA http://www.corriere.it/

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